Un mondo incantato dove i sogni prendono vita tra musiche indimenticabili, personaggi iconici e storie che hanno fatto battere il cuore di grandi e piccini. Ma questo spettacolo è molto di più di un semplice viaggio nelle fiabe: è un percorso educativo tra emozioni, valori e fantasia. Con Mary Poppins, impariamo l’importanza della gentilezza, della fantasia e del prendersi cura degli altri. Nel Re Leone, i bambini riflettono sul coraggio, la responsabilità e il legame con le proprie radici. La Sirenetta ci parla di curiosità, libertà e del desiderio di costruire la propria identità. Con La Bella e la Bestia, scopriamo che la bellezza più vera è quella che nasce dalla bontà e dalla comprensione. Attraverso musica, danza e interpretazione, i bambini assisteranno ai grandi temi della crescita, dell’amicizia e dell’amore, in un’esperienza teatrale ricca di stimoli e significati.

La rappresentazione offre un ritratto intimo e profondo di una delle icone artistiche e culturali più importanti della cultura mondiale. Donna ribelle ma dal carattere fragile, vissuta in un’epoca di grandi trasformazioni, Frida ha lottato per affermare la sua Arte in un mondo dominato dal paradigma maschile. A dialogare con Frida saranno le donne del nostro tempo, le ribelli del quotidiano che agiscono nel campo della politica, della cultura e della società civile. Ad arricchire lo spettacolo, canti e musiche dal vivo della tradizione spagnola e della contemporaneità.

La storia è quella di Andrea che ha un sogno: insegnare. Ma nonostante il 110 e lode in Lettere, per vivere è costretto a lavorare in un call center, finché un giorno finalmente riceve l’incarico di una supplenza proprio nel liceo che ha frequentato da ragazzo. La professoressa che deve sostituire gli lascia l’arduo compito di spiegare “vita e opere di Giacomo Leopardi”. Così Andrea, anzi il professor Roversi, dovrà misurarsi con una classe che sarà rappresentata dagli spettatori in teatro: nasce una magica “lezione” nella quale si mescoleranno poesie, riflessioni personali, interazioni con la platea, momenti di grande ironia e divertimento. Il pubblico si troverà così a ripensare ai giorni di scuola, ai banchi, agli sguardi assonnati degli studenti e a quelli indagatori dei professori, ai muri verdolini che hanno ascoltato teoremi, sintassi, formule, versioni in latino, interrogazioni di storia e anche tante poesie lette e recitate a memoria come fossero la lista della spesa. E in queste aule, già di per sé strette, alcuni autori per la loro grandezza ci stanno a malapena. Uno di questi è Leopardi, che giganteggia senza essere un eroe. Non è facile sciogliere la sua figura dal peso degli stereotipi, dei secoli e dei programmi scolastici, per restituirlo alla limpidezza delle sue parole e nella lucidità feroce e alata delle sue domande. Serve un’emozione, un passaggio empatico di testimone che permetta agli spettatori di scavalcare i due secoli che li separano dal poeta per ritrovare in lui i nostri stessi desideri, ansie, illusioni. Con ironia e delicatezza, Fuori misura riesce a combinare l’incontro e spostare il punto di vista proprio a metà tra quella siepe e l’infinito.

Arnolfo ha deciso tutto: per non essere tradito, crescerà lui stesso la sua futura moglie. Agnese, giovane e ingenua, è tenuta lontana dal mondo, dai libri, dai ragazzi. Ma il piano “perfetto” ha una falla: Agnese ha un cuore, occhi curiosi e voglia di libertà. Entra in scena Orazio, un ragazzo spontaneo, simpatico, con poca strategia ma tanta passione. Quando incontra Agnese, è colpo di fulmine. E lei, tra confusione e meraviglia, scopre cosa vuol dire scegliere. Tre attori portano in scena questo triangolo comico e affilato: Arnolfo, il controllore che ha paura dell’amore e lo trasforma in gabbia Agnese, la ragazza che impara a pensare con la sua testa Orazio, il giovane che ama senza calcoli e sfida le regole con leggerezza. Con ritmo, comicità e uno sguardo attuale, lo spettacolo fa ridere, riflettere e smonta – con l’arma del teatro – il mito dell’amore “perfetto” imposto dall’alto. Perché l’amore non si insegna… si scopre. Insieme. E liberi.

Nel paese di Chinonso la preparazione al Natale è un momento davvero speciale. Tutti sono indaffarati a comprare regali e ad addobbare la propria casa nel modo più sfavillante possibile, ma solo in questo sembra risiedere il senso del Natale. La piccola Cindy Lou ha tuttavia il dubbio che non basti. Cerca allora di cambiare la situazione convincendo il sindaco ad invitare alla festa del paese il Grinch, una creatura verde e pelosa con la reputazione di essere una creatura senza cuore. Il Grinch per il suo strano aspetto fin da piccolo viene deriso e allontanato da tutti, e quindi , sentendosi diverso, decide di vivere da solo sulla cima del Monte Rich. La sua solitudine e il non sentirsi accettato scatena in lui odio verso i Nonsochì e verso ciò che loro più amano… il Natale. Quando gli arriva l’invito del Sindaco seppur riluttante, il misantropo Grinch accetta. Tuttavia, durante i festeggiamenti per la nomina a mastro allegro delle feste riemergono le frustrazioni subite dai Nonsochì quando era piccolo. Decide allora di vendicarsi rubando tutti i doni e le decorazioni di Natale rendendo orribile il loro giorno preferito. Tuttavia, Cindy Chi Lou, capisce ben presto che la creatura verde non è affatto cattiva come la si dipinge e cercherà un modo per dimostrare a tutti che l’unica cosa di cui il Grinch ha bisogno è un amico e un po’ di affetto. Il Grinch è un libro per bambini scritto in versi in rima dal Dr. Seuss pubblicato nel 1957. È poi diventato un film d’animazione nel 1966 e ancora nel 2000. Il Grinch – è uno spettacolo allegro e divertente per grandi e piccini. Un musical che ci farà riflettere sull’accettazione dell’altro e sulla diversità oltre a riportare alla luce i veri valori del Natale e delle feste.